In tre diversi nascondigli sono stati recuperati oltre 150 chilogrammi di esplosivo (tra cui nitrato d'ammonio), una bomba da mortaio da 82mm, due granate di artiglieria da 75mm, due granate da 122mm, tre razzi anticarro spalleggiabili, due bombe a mano, un proiettile anticarro da 122mm e vari proiettili 7,62mm. L'operazione, si legge nel comunicato, si è conclusa alle prime luci dell'alba di domenica scorsa nei pressi di Shindand, 100 chilometri circa a sud di Herat, ed era scattata alcuni giorni prima sulla base di informazioni circa la possibile presenza di materiale esplosivo e armamento nascosto nella zona e pronto per essere utilizzato "verosimilmente ai danni della popolazione civile, delle forze di sicurezza locali e di Isaf". L'attività è stata coordinata dal comandante della Task Force Center, il colonnello Francesco Maria Ceravolo, ed è stata condotta, con l'autorizzazione del comandante di Rc-West, il generale Alessandro Veltri, in stretta cooperazione con le autorità militari afghane. Durante l'operazione sono stati dispiegati alcuni posti di osservazione e unità di pronto impiego congiunte per il controllo dell'area fin quando, dopo alcuni giorni di attesa, i bersaglieri della Task Force Center hanno notato "movimenti sospetti" in un'area disabitata a ridosso delle colline fuori dall'abitato. Dopo il lancio di una bomba di mortaio illuminante, l'unità è stata presa di mira da colpi d'arma da fuoco, "senza conseguenza alcuna per i militari italiani da parte di tre uomini - precisa il comunicato - presumibilmente sul posto per recuperare il materiale nascosto". I bersaglieri della Task Force Center, "appurata l'assenza di popolazione civile", hanno risposto alla minaccia "facendo ricorso al fuoco dei mortai e all'uso di armi portatili, costringendo gli insorti ad abbandonare la posizione e a dileguarsi verso le colline". Durante
l'attività, dalla base operativa avanzata (Fob) di Shindand,
è arrivata sul posto una squadra di rinforzo composta da militari
italiani e afghani che, dopo aver messo in sicurezza l'area, ha consentito
all'unità coinvolta nello scontro di rientrare in base. Nella
zona hanno operato anche un assetto Iedd (Improvised Explosive Devices
Disposal) e un'unita' cinofila Mdd (Mine Detection Dog) specializzata
nella ricerca di esplosivi, entrambi appartenenti alla Task Force Genio
su base quinto Reggimento genio guastatori
della Brigata Sassari. Il materiale esplosivo e il munizionamento sequestrati
sono stati poi distrutti dagli assetti Iedd della Brigata
Sassari. |